lunedì 25 gennaio 2010

Prossima fermata: rassegnazione

Il mondo è una stazione e la vita di ognuno di noi è un treno.
In ogni stazione ci sono più binari, ognuno è una direzione diversa, ognuno è una scelta che prendiamo.
I viaggiatori sono la famiglia, gli amici, i professori, i colleghi, gli estranei.
Ogni scompartimento è un'esperienza, di prima o di seconda classe dipende come la classifichiamo.
Andiamo, torniamo, rispettiamo gli orari o arriviamo in ritardo.
Ogni mattina facciamo il nostro tragitto, ogni giorno è una stazione guadagnata, non ci è dato sapere se la direzione che abbiamo preso ci porterà al successo, alla vittoria ad un percorso sereno e senza incidenti, ma tutte le mattine ricominciamo la nostra vita. Procediamo come "frecce rosse" perchè abbiamo il notro treno da portare avanti, superiamo le piccole stazioni fischiando e sputando scintille, nessuno ci può fermare. Ad un tratto però c'è una fermata imprevista, una di quelle stazioni che sai che esistono, che prima o poi ti ci dovrai fermare, ma non adesso, è presto, ci sono ancora tante cose da vedere, ma uno dei tuoi passeggeri ha deciso e non puoi fare niente, lo perderai, il suo vagone resterà chiuso con il suo odore, il suo modo di essere, le sue battutacce.
Rallenti lentamente, ti guardi intorno, è la prima volta che ti fermi c'è solo una panchina vuota, non ci sono uscite, non le usa mai nessuno, sotto il lampione della ragione c'è un cartello: Rassegnazione.
Il ferroviere aspetta il prossimo treno che lo porterà via.

6 commenti:

  1. Che brutta parola "rassegnazione". Finché c'è qualcosa per cui valga la pena (un amore, un obiettivo, anche solo un tramonto) si combatte. Strenuamente, armi in pugno, all'ultimo sangue.
    Abbiamo sempre qualcosa per cui valga la pena combattere, in primis noi stessi. E se non c'è più neanche quello, allora non dobbiamo preoccuparci, perché vuol dire che siamo già morti.

    E il Viaggio non finisce mai, nemmeno in quel momento.

    BUENA VIDA

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  2. della vita, l'aspetto che mi sta più sul culo è la vecchiaia bastarda

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  3. Compagni di viaggio la vita, ce ne regala tanti.
    Alcuni ci sfiorano soltanto, e non ci lasciano null'altro che un senso di vano vuoto, che presto diventa ricordo che non ricordi più...
    E la nostra corsa prosegue, e scala a volte montagne, o si perde poi in piccole corse, che stancano e consumano fiato e amicizia.
    E, salite infine appaganti, e persone disperse lasciate alle spalle, non sono che una delle tante fermate che poi fanno la corsa... e il Treno sferraglia, nuovamente.
    C'è un momento però che è quasi sorpresa, ci coglie improvviso: Nessuna prenotazione di fermata mentre corriamo e passiamo stazioni, nessun controllore che reclama biglietti di viaggio, ci bussa alla porta.
    Ma un passeggero è alla fine della corsa.
    Non c'è implorazione, forza o ragione che possano tenerlo.
    E tu lo osservi mentre lascia quel Treno che sembrava per sempre, e non puoi trattenerlo: Ti resta l'odore, il suo modo di essere, e qualcosa che forse, sentirai ancora compagno...
    Abbracci.
    p.s.
    torna presto.

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  4. Ho letto questo suo post e sono rimasta a lungo pensosa. Le ho detto "Sa' non si capisce" e lei a dirmi che era chiarissimo, invece. Con il broncio.

    Poi leggo le bellissime cose scritte da voi, suoi sconosciuti amici, e capisco.
    Capisco che non avevo voglia di capire.
    Perché la conosco altrimenti.
    Piena di energie che oggi le sfuggono, le mancano. Pronta a prendere a morsi il mondo e le passioni... io di rassegnazione da lei non voglio (non vorrei) sentir parlare. Ecco.

    Ma oggi è oggi. E se c'è un treno di mezzo bisognerà prenderne atto, no?

    Allora dico solo grazie.
    A lei, che non nasconde a chi la ama niente niente niente dell'animo suo più profondo.
    Grazie a voi. Che non la conoscete e sembrate pure volerle bene ugualmente.

    A.

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  5. Per...A,
    Ti sono grato, hai aggiunto senso e dato valore, a un'amicizia nata per caso, ma bella ugualmente, come di amici vicini.
    E se un mio amico, è amato, ne sono felice!

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  6. Ognuno di voi mi ha capita, ognuno di voi mi ha fatta riflettere.
    @Capitano, quando "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie" lottare vuol dire rifiutare la realtà, mio padre sta inevitabilmente morendo e mi ha fatto capire che anche nella rassegnazione c'è dignità;
    @Fabrax quanto è vero quello che scrivi;
    @Monteamaro ho fatto scendere "questo passeggero" dal treno della mia vita diversi anni fa, adesso ho sepolto l'ascia di guerra e aiuto il "nemico" perchè abbiamo bisogno entrambi di stare vicini e ti dico anche che in uno dei tuoi primi commenti che mi ha lasciato mi avevi detto che sarebbe successo, grazie;
    @A. (vita mia!) arriverà il momento in cui mi sentirai parlare di futuro con l'oro in bocca, adesso dobbiamo prendere atto che la vita è anche questo.

    P.S. Papà è stato un ferroviere per 40 anni.

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