martedì 29 dicembre 2009

E basta con la storia dell'anno vecchio...

Sembra obbligatorio che tutti parlino degli avvenimenti belli o brutti del 2009.
La TV, la radio, internet: tutti a fare classifiche. In trenta anni di vita non mi è mai capitato di conoscere qualcuno che accettava l'anno trascorso come era, senza buttare via qualcosa.
Mi guardo intorno e vedo tutti come il coniglio di "Alice nel paese delle meraviglie", sveglia al collo e di corsa per andare da nessuna parte!
Tutti con la fretta di fare il bilancio d'esercizio come se dovessimo pagare le tasse sulle cose successe.
Il 2009 non mi ha cambiata, il tempo cambierà il 2009 nei miei ricordi.

martedì 22 dicembre 2009

Andiamo proprio bene 2

Ho fatto una pausa voluta, ma poi eccomi. Non volevo neanche tornare sui miei post, poi però ho pensato che non si lasciano le cose incompiute alla fine dell'anno e allora eccomi.
Il mio precedente "pensiero scritto" finiva con un "continuo dopo", ma in realtà era finito così.
Internet non sarà mai il mio mondo ideale, ho bisogno di sentire la "puzza" degli altri e qui è tutto inodore.
In questi giorni ho visto occhi profondi, opachi, malati, occhi indefferenti, sofferenti, occhi morenti e morti.
Ho visto i miei occhi persi e riflessi in quelli degli altri.
Mi hanno chiesto in molti come mi sento, ho risposto a tutti "come un passerotto a zero gradi", ed è così. Nella vita ti capitano quei momenti in cui non sai davvero come andrà a finire, cosa farai e come ne uscirai. Non piango davanti agli altri, non mi piace essere consolata da finti abbracci o frasi fatte.
Al dolore rispondo con la rabbia. Non è facile starmi vicino, sono sempre seria e pensierosa.
Mio padre sta improvvisamente morendo e io avevo troppe litigate ancora da fare con lui che adesso, che non c'è più tempo, lo ammazzerei.

giovedì 3 dicembre 2009

Andiamo proprio bene

Ho aperto questo blog ad Ottobre pensando che raccontando la mia storia avrei aiutato qualcuna a capire com'è la vita di una lesbica qualunque, avrei fatto leggere a chi pensa che le lesbiche sono solo quelle che si toccano e si "strusciano" davanti alle telecamere in attesa di una telefonata a pagamento nel cuore della notte, che le lesbiche sono donne come le altre (anche se io le trovo più interessanti!).
Avrei voluto anche chattare con qualche genitore disorientato perchè non capisce la scelta del figlio.
Ho scritto cosa vuol dire "Saffoco", ho scritto della mia vita, ho riscritto gli scritti che mi hanno fatto riflettere e che voglio che mi accompagnino nella vita.
Ho iniziato a girare sui blog di altre "lelle", ho visto un sacco di commenti di amici e visitatori, ho letto tanti pensieri mai banali e spesso molto intimi, ho lasciato anch'io un pensiero (niente di apprezzabile)e ad oggi nessuno ha lasciato un'impronta di passaggio, sapevo che internet si avvicina all'infinito per quanto riguarda la quantità di persone che in solitaria vogliono navigare in mari altrui senza permesso di soggiorno...(Forse la lega dovrebbe prendere in considerazione il fatto che internet è "comunista"!)
Il mio blog è ancora un isolotto "privato", forse qualcuno ha letto ma non ha lasciato commenti perchè il mio modo di scrivere è come il mio armadio: solo io posso capire la sua logica incasinata, o mia moglie che ha rinunciato a riordinarlo..
to be continued...

domenica 29 novembre 2009

Le differenze...

Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro.
Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri.

(da L'obbedienza non è più una virtù)

mercoledì 18 novembre 2009

Tonsille di Drago

Ho smesso di fumare da tre mesi, perchè il fumo fa male.
In questo periodo ho sfiorato l'esaurimento nervoso, ho avuto una labirintite, sono ingrassata di tre chili e attualmente sono costretta a casa con le tonsille grosse come quelle di un drago, la tosse di un vecchio e uno sfogo sul viso!
Faccio veramente schifo e tutto questo perchè il mio corpo si sta abituando alla mancanza di nicotina? A me sembrano balle...prima fumavo e non stavo mai male, adesso se vola un virus ad un chilometro io lo prendo al volo....
Però ho smesso di fumare, perchè il fumo fa male.

sabato 14 novembre 2009

La festa del nostro decimo anniversario

Non sono sposata (ovviamente), non porto una "falsa" fede al dito, non ho nessuna legge che mi tuteli, faccio parte di quel 15% di coppie omosessuali che in Italia non esistono.
Non starò qui, come il mio vecchio gatto, a leccarmi le ferite e a pensare alle cicatrici che resteranno in me.
Vado avanti a testa alta pensando, anzi credendo, che essere lesbica può essere piacevole anche in Italia.
Penso di me che sono nata lesbica: non ho nessun istintivo o naturale trasporto verso gli uomini; il mio aspetto fisico è inequivocabilmente femminile; sono sensibile, stronza, lunatica e narcisista come quelle etero delle mie sorelle; non ho mai sentito il bisogno di vestirmi da uomo o essere mascolina; non ho mai desiderato essere nata uomo, né di diventare un uomo. Insomma sono veramente e normalmente lesbica.
Penso della mia compagna che sia una bella donna, molto intelligente, simpatica, estroversa, vincente, femminile (tanto) e fortunatamente per me decisamente lesbica.
Non camminiamo per strada mano nella mano, non ci chiamiamo con nomignoli affettuosi, non stiamo sempre e solo a parlare del mondo GLBT, siamo monogame per scelta, non frequentiamo solo locali gay e i nostri amici sono di ogni genere e tipo, persino cattolici praticanti. Ovviamente il nostro comportamento non è condizionato dalla nostra omosessualità, ma è piuttosto vero il contrario.
Quando siamo andate a convivere abbiamo deciso che tutte le persone che sarebbero entrate in casa nostra avrebbero dovuto essere consapevoli e rispettose dell'esistenza di noi come coppia. Niente camere gemelle, nessuna foto o quadro maschile che poteva far credere qualcosa di non vero. Abbiamo una casetta arredata da IKEA, con le nostre foto sparpagliate per casa, il nostro lettone colorato, la nostra vecchia cagnetta matta sempre in giro e la camera degli ospiti con trofei, coppe e foto del 'nostro' sport e poi un grande terrazzo pieno di piante... insomma casa nostra è uguale a quella di tanta altra gente.
Non voglio essere troppo lunga, che poi rompo!
In questo post volevo solo raccontare che il nostro decimo anniversario abbiamo deciso di festeggiarlo insieme alle nostre rispettive famiglie e a tutti gli amici (etero, gay, confusi). E' stato straordinario, intenso, divertente. Ci hanno portato un bouquet di fiori (per le spose), ci hanno fatto un sacco di regali per la casa, abbiamo cantato e ballato e noi due abbiamo fatto il discorso, mentre mia mamma piangeva commossa e mio fratello ci provava con una nostra amica (ora stanno insieme da un anno e benedicono il nostro anniversario che li ha fatti conoscere!)...
Forse non riusciremo a far tutelare i nostri diritti, forse giuridicamente non potrò mai parlare di 'mia moglie', ma noi due, in Italia, in un piccolo paese della provincia (di Roma) ce ne siamo fregate delle leggi inesistenti e abbiamo festeggiato il nostro amore saffico in un locale pubblico!

mercoledì 11 novembre 2009

Il mio coming out

Mia madre è sempre stata un'amica.
Sono nata litigando con mio padre, un'antipatia così profonda che non siamo mai riusciti a parlare, neanche del tempo.
Siamo profondamente diversi:
lui quando discute alza la voce, io quando sono arrabbiata sussurro;
lui è cattolico praticante, io una mangia preti;
lui è di destra e io ovviamente di sinistra;
lui ama il calcio e io lo odio e non perchè non lo capisco, ma proprio perchè non mi piace.
Andiamo d'accordo solo su una cosa: se non fossimo stati parenti non saremmo mai stati amici.

Adesso immaginate il trentunesimo anniversario di matrimonio dei miei, con tutti i parenti a cena e io che come al solito discuto con mio padre. Durante la litigata mi dice: "Da quando esci con quella lesbica della tua amica non ti si può più parlare!"
Capite che per la sua educazione cattolica la parola "lesbica" è un insulto da dieci avemaria e una quindicina di padrenostro.
Capite che stava parlando della mia ragazza e che a me me s'è acciaccata la vena in testa tanto da urlargli (per la prima e unica volta in vita mia) che anch'io ero lesbica e che lei sarebbe stata la donna della mia vita!
La scena che è seguita la conoscete, se avete visto l'urlo di Mel Gibson in Braveheart!
Avevo diciannove anni, un bel lavoro e la possibilità di andare a vivere con l'amore mio da subito, quindi ho salutato il resto della famiglia e sono uscita....mi è pure toccato pagare da bere alle amiche che sono corse per consolarmi!
La notte stessa sono tornata a casa perchè avevo paura che mia madre si preoccupasse e ad aspettarmi insieme a lei c'erano i miei fratelli (tutti più grandi di me) che volevano dirmi che mi volevano bene e basta.

Dopo due anni sono andata a vivere con la mia compagna, ora lei guarda le partite di calcio con mio padre, uno dei miei nipoti la chiama zia, le nostre famiglie si conoscono e passiamo sempre le feste tutti insieme.

Vorrei che questa mia storia faccia riflettere chi è contrario ai PACS: non sarà una legge mancata a farmi sentire meno famiglia....











venerdì 6 novembre 2009

E quando realizzi...

Giugno 1998, frequentavo per "copertura" un tipo (ovviamente moooolto carino!), una sera mi chiama una mia amica per vederci, le dico che avevo un appuntamento con lui e che se non era un problema lo portavo con me, lei mi dice che sarebbe venuta con una sua amica.

Ci vediamo in un locale per bere qualcosa e fare una partita a biliardo.

Se abbiamo bevuto, se abbiamo giocato, se abbiamo parlato... io non me lo ricordo ancora... io ricordo solo lei e le campane e lei e gli uccellini e lei e il profumo dell'aria e lei.

La mia amica era sicuramente "tanto" etero, quindi il dubbio era: e l'altra? Io non avevo ancora i sensori attivi, non sapevo assolutamente nulla di come ci si comporta con una donna e l'ultima volta che avevo avuto le farfalle nello stomaco per una ragazza (vedi precedente post) mi ero talmente spaventata di questa cosa che mi ero quasi sposata con tre o quattro ragazzi per tranquillizzarmi.

Quella sera però le paure, i dubbi, le angosce, le chiacchiere della gente erano talmente tanto piccole al confronto dell'emozione che mi veniva da quegli occhi che l'avrei baciata davanti a chiunque.

Non successe niente quel giorno e neanche il pomeriggio in cui siamo andate a correre insieme: avevamo talmente tante cose da dirci, sentivamo il bisogno di raccontarci la nostra vita, avremmo potuto correre la maratona di New York.
Quella stessa sera avevamo una cena con altri amici, abbiamo dato 'buca' a tutti e con due birre, due pacchetti di patatine e due di sigarette ci siamo scambiate l'anima.
Lei aveva una compagna e tredici anni più di me, una vita.
Io avevo una manciata di ragazzi, tredici anni meno di lei e non sapevo cosa fare della mia vita.
Queste cose le ho pensate molto dopo... quella sera io volevo solo stare con lei e 'sti cavoli di tutto il resto... L'ho baciata, ho fatto io la prima mossa e non ci siamo viste più per quindici giorni (saremmo partite per mète diverse). In quei giorni abbiamo speso un totale di unmilioneduecentomilalire di telefonate pur di non perderci e quando ci siamo riviste non ci siamo più lasciate.
Oggi sono undici anni, tre mesi e sedici giorni che stiamo insieme, ne abbiamo passate di tutti i colori, ma siamo rimaste insieme e ringrazio Saffo per essere lesbica!

mercoledì 4 novembre 2009

I GIUSTI

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
Jorge Luis Borges

sabato 31 ottobre 2009

La rivelazione....

Avevo 18 anni la prima volta che ho preso una cotta per una ragazza.
L'avevo vista in giro per la scuola, mi aveva colpito il suo sorriso, ma era più piccola di me e io non mi spiegavo la sensazione di "farfalle nelle stomaco" per quella biondina.
Io ero carina, intelligente, femminile e sicura di me... una stronza! Ero fidanzata con un figo da paura e avevo un sacco di amici. Non mi risultò difficile conoscerla. Guarda caso abbiamo lo stesso nome, ci piace fare sport e inconsapevolmente (lo giuro) mi ritrovo a chiederle di uscire insieme per insegnarle ad andare sui pattini. Lei accetta.
Ci siamo viste al parco, abbiamo iniziato a pattinare e a scherzare, il mio stomaco tremava e io ero veramente emozionata a starle vicina, poi arriva il figo, che lei non sapeva essere il mio ragazzo e quando li presento il suo viso cambia espressione, la nostra confidenza svanisce e magicamente lei diventa più brava di me a pattinare: ci salutiamo dopo poco per un suo impegno improvviso. Tornai a casa confusa e con un sacco di sensi di colpa nei confronti del mio fidanzato, non era successo niente tra me e lei, ma il mio cuore era partito e non potevo far finta di niente.
Dopo qualche mese il bello mi lasciò dicendomi che io avevo troppi freni nella testa, avevo 18 anni e all'epoca il sesso non era un modo per conoscersi.
Resto sola con i miei dubbi e con la mia cotta latente nei confronti di questa lei sfuggente.
La maturità si avvicinava e io cercavo miliardi di scuse per vederla, ma lei non uscì mai più con me e io non sapevo cosa dirci: dire a lei e a me stessa! Dopo gli esami non l'avrei più vista e una parte di me non vedeva l'ora di perdere le speranze; ero spaventata.
Iniziai a cambiare cerchia di amici, non potevo permettermi che qualcuno sospettasse di me, cominciai ad uscire con diversi ragazzi (ovviamente nessuno andava bene!), mi "perdevo" in feste e falò sulla spiaggia. Con mia madre non riuscivo più ad essere serena, lei conosceva i miei occhi e se li avesse guardati avrebbe forse letto quello che ancora io non volevo accettare. Non avevo amici omosessuali, non sapevo se in una ragazza si vedeva come in alcuni ragazzi che avevo visto in giro. Nessuno doveva sapere e io non potevo deludere i miei.
Dentro di me sapevo che era successo qualcosa, che non era la mia educazione cattolica che mi frenava con i ragazzi, che non era vero che stavo cercando il principe azzurro, io avevo provato quella "vibrazione" nell'anima che non credevo possibile. La rivelazione dentro di me era avvenuta, adesso il mio unico obiettivo era quello di riprovare quelle sensazioni, non più con lei: lei era stata solo il trampolino.

venerdì 30 ottobre 2009

Cosa vuol dire Saffoco?

Non cercherei sul vocabolario il significato di questa parola, non la cercherei neanche sul web, ma la cercherei negli occhi di alcune donne...

La parola "Saffoco" mi è venuta in mente quando una mattina andando al lavoro in macchina ascoltavo la radio in cui i due conduttori del programma (padre e figlio per intenderci) parlavano di omofobia; il figlio sosteneva che due genitori omosessuali non riesce ad accettarli, un bambino ha bisogno di due figure distinte: uomo e donna. Per la stabilità del bambino.


"Non me ne vogliano i gay" diceva lui e io nel frattempo pensavo che non avevo un microfono a disposizione per dire la mia.


Continuavo a guidare, 40 km circa per arrivare in stabilimento, si stava facendo tardi e l'orologio della timbratrice la mattina corre più della mia macchina, azzardo un sorpasso ad un tizio che parlava al cellulare e andava con tutta calma, non appena mi affianco l'idiota mi guarda (donna o femmina dipende dall'individuo) e accelera per non farmi passare, mi costringe a frenare per evitare un frontale e vedo che ride divertito.


La radio ancora parlava, adesso era il turno del padre: "....Tutti conosciamo e abbiamo degli amici omosessuali, sappiamo che sono delle persone squisite e sensibili, ma a volte soffrono di vittimismo..." diceva lui e io nel frattempo pensavo che non avevo un microfono a disposizione per dire la mia.


E allora io donna lesbica (discendente da Saffo) soffocavo nel mondo maschilista e omofobico che mi circondava: SAFFOCAVO!


Ed erano solo le 8 del mattino....