sabato 27 febbraio 2010

"Arrivederci in cielo"

Anche se ti fa paura, non ignorare l'abisso del tuo dolore.
Lascia che il tuo lutto si prenda tutto il tempo necessario.

Non c'è una norma che preveda quanto tempo deve durare.
Anche l'elaborazione del lutto è come la nascita di nuova vita in te.

È piena di sofferenze e di timori. Spesso è buia come il percorso del parto. Sembra volerci afferrare alla gola.

È una strada stretta e tormentosa. Ma, una volta che l'abbiamo percorsa sino in fondo, il nostro cuore si allarga e vediamo una nuova luce che ci illumina.

Ci sentiamo liberi, come rinati.

(Anselm Grün - "Arrivederci in cielo")

7 commenti:

  1. Sono orfana. Sto elaborando il lutto. Sto soffrendo come non ho mai sofferto in vita mia.

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  2. Ciao amica mia, temevo questo tuo post.
    Come è strana e imprevedibile la vita, il caso oppure quel nostro divenire, che chiamiamo destino, pone al nostro fianco persone sconosciute e lontane, eppure così vicine e subito note al cuore.
    E senti e pensi che ogni suo sentimento, comunque debba appartenerti, che sia gioia, oppure dolore.
    Per ognuno di noi, la natura ha stabilito un inizio, e una fine, e nel mezzo il nostro vivere.
    In questo tempo è racchiuso ogni nostro sentire umano, e il ricordo delle persone per noi importanti, ha quel grande significato, di tenerle sempre con noi.
    Torna a sorridere presto, e ricorda che l'amore, espresso o soffocato, è comunque amore, e tale resterà per sempre.
    Una carezza.

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  3. Tornerò a sorridere lo so, non farà ancora così male, ma adesso faccio un passo alla volta e ogni volta la direzione è incerta perchè non c'è più lui a cui chiedere un consiglio.

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  4. http://www.youtube.com/watch?v=3HT8L-dS5eo

    non ci sono parole. e il dolore è così intimo.
    con rispetto.

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  5. Anonimo mi hai riportata a qualche anno fa, ascoltavo i Marlene e non capivo mio padre, ora li ascolto e piango la sua assenza.
    Grazie

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  6. Ciao amica mia, per me notte di veglia. (mia figlia sta poco bene)
    Sono in giro nel web tra siti amici, passo da te per salutarti, e avere notizie di come stai.
    Leggo nel tuo ultimo commento che, provi rammarico nel ricordare le incomprensioni con tuo papà.
    Ma è normale che sia così, i figli non capiscono i padri (e le madri) perchè ogni loro tensione, nasce da un "Sentire" che non può, per natura, essere lo stesso.
    E così ognuno prova un senso di inconciliabilità verso l'altro.
    Ma è appunto un senso, e che va oltre la volontà, e che solo in seguito (dopo un tempo indefinito) troverà la giusta spiegazione, e dimensione reale.
    In questo contrapporsi, è il genitore che per primo ha la consapevolezza che, l'incomprensione, non significa rifiuto dell'altro, ma solo il naturale diverso criterio, di pensare alla vita.
    Al figlio la sofferenza maggiore, perchè quando giungerà la consapevolezza, tante cose saranno state dette e vissute, e per ognuna ci sarà rimpianto.
    Ma il genitore è stato figlio, e il figlio diverrà genitore, e questo scambio di ruolo riporterà l'armonia nelle cose.
    Perchè infine tra genitore e figlio, vi può essere soltanto il perdono reciproco.
    E quell'essere stato UNO dall'origine, perduto poi negli anni, finalmente tornerà ad esserlo nuovamente, e per sempre.
    Stai serena, l'amore non ha tempi di scadenza.
    Ti abbraccio.

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  7. il non elaborare il lutto lascia ferite che non si rimarginano...mai...
    prenditi tutto il tempo che vuoi...
    il tuo dolore è immenso, lascialo uscir fuori e curalo...
    in bocca al lupo

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